Autore: EmanueleCinelli Pubblicato: 25/06/2014 19:09:13 Categoria: editoriale Letto: 13110 Rating: 4
0Una vecchia casa ristrutturata, il tetto a doppia falda, un piccolo porticato a cui si accede con alcuni scalini, di fronte i ruderi di un’altra costruzione e dietro a questi un tendone sotto il quale trovano posto alcuni tavoli in legno con due panche ognuno. A chiudere i due lati corti del tendone, da una parte le baracche dei servizi igienici che nascondono uno stretto terrazzo che si sporge su di un ombroso bosco e il lavatoio per piatti e pentole; dall’altra parte un rialzo in terra sopra il quale trova posto il lettino dei massaggi, coperto da un bianco gazebo.
Poco discosto, dietro un grosso cespuglio, la vasca dell’idromassaggio e, a seguire, la piscina che come un’iride azzurra spicca prepotentemente e deliziosamente al centro di un poggio verdissimo parzialmente lastricato e contornato da una balaustra in legno. Sopra s’alza la collina, alternando ampi prati a tratti di bosco ceduo nel quale antichi castagni s’ergono come vigili guardiani di un antico mondo perduto che qui rivive, dal vero e non solo nei ricordi di vecchi dai visi rugosi e bruciati dal sole.
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Piccole isole, le decine di sdraio di plastica verde offrono comodo giaciglio al visitatore, può prenderci beatamente il sole oppure chiacchierare tranquillamente con gli amici o leggere, o mangiare, o dormire.
Alcuni gigli rossi spiccano tra le alte erbe che circondano un grosso castagno. A ripetizione ogni pochi minuti s’ode il verso di un uccello, un nido su una delle piante poco più sopra. In lontananza, sul ciglio d’un crinale, un filare di pale eoliche fa da contraltare ad altre curve colline che alternano macchie gialle a macchie verdi.
Sul fronte della casa due piccole adiacenti aperture, l’una da accesso ad una stanza con la macchina del caffè, l’altra accede ad una minuta seppur apprezzata sauna, nella quale aufgussmaister si alternano a deliziare i presenti con la loro magica arte fatta di musiche, aromi, movenze plastiche quasi danzanti e l’acrobazia dello sventolamento.
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Due occhi vividi, un viso espressivo, un corpo statuario e bronzeo. È Sergio, colui che costudisce e gestisce questo isolato gioiello di natura e naturalezza: l’Oasi di Zello. Siamo sulle colline bolognesi, per la precisione poco a sud ovest di Castel San Pietro Terme, nella Valle del Sillaro.
Quest’oggi, così come già successo in un fine settimana degli ultimi due anni, in mezzo al bosco dell’Oasi, su un terrazzamento che domina la casa e il prato ad essa antistante, una fila di persone attende pazientemente di ricevere il pasto. Sono decine di persone, uomini e donne, ed anche qualche bambino, sono qui convenuti per ritrovarsi con gli amici, arrivano da tutta Italia, dal sud, come dal nord e dal centro, da est come da ovest, dai monti come dal mare, dalle città come dai più piccoli paesi. Hanno sfidato nefaste previsioni meteorologiche e sono qui a manifestare la loro gioia per esserci ed essersi ritrovati perché… “Perché il mio sole sono i miei amici”!
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Comunità de iNudisti, in assoluto la più grande e attiva aggregazione italiana di nudisti, che dà i numeri anche a tante comunità estere, una comunità che vive su Internet ma non per questo disdegna ogni tanto di ritrovarsi viso a viso, non perché la vita sul forum sia meno reale e partecipata, ma perché il vedersi e il parlarsi aggiungono empatia allo scriversi, rendono la conoscenza più ampia e profonda, permettono di superare le difficoltà della comunicazione non verbale, di leggersi anche nel corpo, nei piccoli gesti, nei segnali dell’intonazione vocale, delle espressioni del viso e degli occhi, permettono di abbracciarsi, di trasmettersi fisicamente il calore dell’amicizia.
È il Raduno Nazionale de iNudisti, l’ottavo Raduno Nazionale, il terzo qui all’Oasi di Zello e il terzo che viene organizzato in modo da essere totalmente autonomi nei pasti: senza appoggiarsi a ristoranti, si predispone quanto serve a cucinare i vari piatti, si allestisce una struttura adeguata alla distribuzione del cibo, si assoldano i volontari che si occuperanno di cucinarlo e di distribuirlo. Formula, questa, che ha riscosso notevole successo facendo letteralmente decollare i numeri dei partecipanti, in precedenza sempre rimasto sotto i cento, ora arrivato a superare i centocinquanta, con un totale di 437 pasti sui tre giorni. Numero delle prenotazioni, invero, perché quest’anno le previsioni meteorologiche ci hanno messo lo zampino e, aggravando il solito prevedibile dieci per cento di rinunciatari tipicamente compensato da altrettanti arrivi non segnalati, l’hanno lievemente ridimensionato. Alla fine i pasti effettivamente distribuiti sono stati 315 (103 al pranzo del sabato, 105 alla cena