Autore: EmanueleCinelli Pubblicato: 31/10/2011 07:08:31 Categoria: editoriale Letto: 6239 Rating: 4
Novembre, ormai delle spiagge, del mare o del lago, delle piacevoli camminate sulla rena, delle nuotate, del relax e del caldo resta solo il ricordo. Per quanto questo possa essere intenso e piacevole, non basta a compensare il bisogno si togliersi da dosso la conformità degli abiti quotidiani, l'esigenza di fare movimento o, al contrario, di starsene bellamente in panciolle a godersi il lento scorrere delle ore. Ecco che si risveglia l'interesse per le strutture salutistico-ricreative atte a riprodurre le condizioni e gli ambienti estivi: centri benessere, saune, palestre, piscine e via dicendo. Tutto questo vale anche per i praticanti del nudismo, con l'aggravante che l'abitudine a stare completamente senza vestiti fa sentire ancor più forte la costrizione che gli stessi apportano: il corpo si ribella pesantemente alla ridotta traspirazione, allo sfregamento coi tessuti, all'assenza di aria e di sole. Così si sviluppa la ricerca di strutture che permettano di tornare nudi almeno per alcuni giorni, alcune ore della settimana. Purtroppo trattasi d'una ricerca assai vana, a parte alcune rarissime eccezioni che si vengono a creare per l'interessamento di alcune Associazioni Naturiste, di strutture che concedano un seppur esiguo spazio alle esigenze invernali dei nudisti non ce ne sono, non in Italia quantomeno.
Nelle saune trentine e altoatesine è d'obbligo il nudo all'interno delle cabine sauna, ma all'esterno è altrettanto obbligatorio indossare qualcosa. Nelle saune del resto d'Italia, purtroppo, persino all'interno delle cabine sauna è, salvo rarissimi casi, obbligatorio non esporre alla pubblica visione i genitali e, per le donne, le mammelle. Nulla l'attenzione di tali centri alla bassa qualità e alla nulla igienicità d'una sauna effettuata indossando il costume o anche un semplice telo che non sia in tessuto naturale, invece d'educare il cliente alla giusta pratica saunistica si preferisce lasciarlo macerare nel proprio sudore invocando un ormai superato concetto di decenza.
Analogo il discorso in merito alle altre strutture, dove oltre al già detto arcaico concetto di decenza si sollevano altre opinabili problematiche.
Nelle piscine s'è perfino arrivati al divieto, altamente antigienico, di fare la doccia senza costume; un divieto ancor più inconcepibile dato che nelle piscine italiane vige ancor oggi la netta separazione tra gli spogliatoi maschili e quelli femminili. Riguardo all'uso della vasca natatoria in nudità si registrano obiezioni alquanto comiche come quella dei peli che si perderebbero dal pube e dai genitali, a nulla serve osservare che ci sono piscine dove pur con il massimo rispetto per l'obbligo d'indossare la cuffia, sul fondo si trovano masse di capelli, mentre in altre piscine dove non vige l'obbligo della cuffia i capelli non si vedono galleggiare o affondare, dato che la pulizia dell'acqua non è data da questi piccoli accorgimenti (costume e cuffia) ma da adeguati sistemi di ricircolo e filtraggio dell'acqua. A proposito, non è informazione che i gestori delle piscine amino far circolare, ma l'odore di cloro che si sente entrando in molte di esse non è assolutamente sintomo di pulizia, dato che non è generato dal cloro immesso in acqua, bensì è prodotto dai batteri in assenza di un adeguato ricircolo dell'acqua.
Nelle palestre il discorso della frequenza nudista è novità recentissima e se all'estero qualcosa si sta muovendo in Italia, figuriamoci, s'è subito sollevata l'aperta opposizione sulla presunzione, assolutamente errata, di minore igienicità nell'uso degli attrezzi. Che forse il sudore filtrato da una maglietta o dai pantaloncini è diverso da quello non filtrato? Che forse il sudore di un gluteo è diverso o minore da quello dei genitali? Che forse non è possibile stendere sugli attrezzi adeguati lenzuolini di cotone, che gli stessi frequentatori possono portarsi al seguito così come oggi tutti si portano appresso un piccolo asciugamano?
Purtroppo c'è da osservare che la colpa di quanto sopra riportato è in parte anche degli stessi nudisti, infatti a fronte dei pochissimi che si adoperano per spezzare le viste illogiche obiezioni, ce ne sono molti che non riescono a svincolarsi da un atteggiamento sottomissivo e autocensorio: