Autore: EmanueleCinelli Pubblicato: 20/12/2011 17:17:51 Categoria: editoriale Letto: 8333 Rating: 4
In abbinata con il Raduno, si è ripetuta l'iniziativa solidale avviata l'anno scorso: una raccolta di viveri e abiti per i nuovi poveri. Quest'anno, inoltre, vi si è aggiunta anche la raccolta di denaro da devolvere alle vittime delle inondazioni che, sul finire dell'estate, hanno sconvolto la Liguria. Il successo delle tre iniziative è stato notevole, vuoi per l'enorme lavoro fatto dall'organizzazione, vuoi per la preziosa collaborazione della Direzione e dello staff del Gardacqua, vuoi per l'importante avvicinamento attuato da un media locale, L'Arena, ai veri contenuti del Raduno e alla realtà del nudismo.
Gli oppositori, anzi, visto che di fatto si è sempre sentita una e una sola voce contraria, colei che si opponeva a tale raduno vi ha fatto riferimento parlando di quattro gatti e invece, parafrasando una vecchia canzone della Zecchino d’Oro: "centoquaranta gatti, in fila per sei con il resto di due, s’unirono denudati, in fila per sei col resto di due, coi doni impacchettati, in fila per sei col resto di due, ai nuovi poveri inviati, in fila per sei col resto di due". E' così che, quest’anno, a Garda hanno vinto la solidarietà, l’amicizia e la purezza di un ideale di vita che, attraverso la nudità del corpo, esprime con forza la nudità dell’anima, un’anima semplice, un’anima gentile, un’anima, però, capace di ribattere con fermezza alle assurde prese di posizione di una minoranza che, per motivi non sempre chiari e puri, rifiuta a priori questo stile di vita e pretende che sia bandito da ogni luogo.
Il Raduno sé quindi svolto in piena regolarità, nessuno, tra gli altri clienti del centro, ha avuto di che lamentarsi: in sauna tutti erano rigorosamente nudi senza nessuna vergogna, senza nessun imbarazzo, a testimonianza del come la società, anche in Italia, sia ormai totalmente indifferente al nudo pubblico, non più considerato impudico, ma, al contrario, come assolutamente naturale; in piscina, durante l’orario di apertura al pubblico, pur essendoci quasi esclusivamente persone del Raduno, tutti indossavano il costume e solo dopo la cena, a piscina ormai chiusa al pubblico, questo inutile pezzettino di stoffa scompariva dalla scena, lasciando spazio alla libertà e alla salubrità del nudo.
Nel contestare questo Raduno, si era anche fatto riferimento al fatto che Gardacqua sarebbe un centro costruito coi soldi della cittadinanza locale e che, essendo in perdita, a loro nulla sta apportando al fine di recuperare quanto prestato. Noi, ovviamente, non abbiamo modo di contestare o confermare tale affermazione, ma dandola per buona ci sorgono spontanee alcune considerazioni: “se il Centro è in perdita mentre i cittadini di Garda devono ottenerne un beneficio economico, perché allora, invece di attuare stupide ritorsioni, non si chiede al Comune e al centro di sfruttare l'interesse che la comunità nudista sta dimostrando di avere verso il Gardacqua? Non è forse questa una pronta e buona opportunità per il centro e, di riflesso, per Garda e i suoi cittadini? Perché non appoggiare l’idea del Gardacqua come centro dove l’uso del costume è abolito dalle saune? Perché non chiedere che il costume sia reso facoltativo anche in tutte le restanti aree del centro? Sarebbe un sicuro invito alla frequentazione pressoché continua e giornaliera del centro per i tanti nudisti che vivono in zona; sarebbe un invito alla vacanze in Garda per i tanti nudisti d’Italia!".
Si può comprendere che tali iniziative possano in alcuni far sorgere la paura di allontanare quei turisti che non praticano nudismo, tant'è che tale motivazione è stata addotta da quei Sindaci che hanno emesso ordinanze contro il nudismo, ma…
Intanto il nudismo sul Garda si pratica da oltre trent'anni e nessuno è mai scappato, salvo alcune centinaia di nudisti dopo che sono state emesse le Ordinanze di cui sopra.
Poi non dimentichiamoci che, su questo lago, il turismo è per lo più fatto da tedeschi e olandesi, due popoli che vivono la nudità come aspetto totalmente naturale, due popoli che amano starsene nudi quando possibile, due popoli per i quali il nudismo è stile di vita innato e totalmente integrato nella loro società.
L’apertura al nudismo, pertanto, non provocherebbe un allontanamento del turismo esistente, ma, caso mai, apporterebbe nuova linfa, specie se al centro si aggiungessero anche delle spiagge ufficiali, o quantomeno ufficiose (ma con la garanzia da parte dei comuni interessati di accettazione dello stato di nudità sulle stesse) in riva al lago.
Gli italiani in massa già l'hanno stabilito, ora tocca alle imprese commerciali e alle istituzioni pubbliche: il nudo è sano e bello, il nudismo è un'opportunità per l'economia dei comuni, delle regioni, della nazione intera!