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Manerba, Mort, Dante... cos'altro serve per svegliarsi?

Autore: EmanueleCinelli
Pubblicato: 03/05/2012 22:09:25
Categoria: editoriale
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Premessa Associazioni e Federazioni, sulle quali dovrò qui parlare, non sono entità possedute da vita propria, ma sono strutture sociali che vivono a seguito del lavoro svolto dal proprio Consiglio Direttivo. Riferendomi per comodità ad esse, pertanto, faccio invero e necessariamente riferimento non all'ente in se e per se, ma a chi lo presiede e lo dirige.


All'inizio, tanti anni addietro, ci furono i pionieri del nudismo, persone che non temevano le ritorsioni anche fisiche, persone che non si facevano remore nel farsi vedere nude e nel colonizzare luoghi ove praticare il nudismo. Fu, quello, il periodo della crescita e della diffusione: da zero praticanti e zero luoghi in pochissimi anni si passo a qualche migliaio di praticante e a decine di luoghi. Poi arrivò l'età della vergogna, il nudismo divenne naturismo, il movimento si chiuse su se stesso, i gruppi operarono come carbonari. Fu, quello, il periodo della quiescenza: gli anni passavano ma praticanti e luoghi crescevano lentamente o non crescevano affatto, in particolare i luoghi. Infine arrivarono gli ideologi del rispetto e del silenzio, i cultori del miele al posto dell'aceto, e fu l'affermarsi della decadenza: sulle fondamenta suicide create dal periodo della vergogna si ersero le mura delle rivalse tessili, dei servizi (pseudo)giornalistici intrisi di falsità e ignoranza, delle Ordinanze di divieto. Il duro e sudato lavoro dei pionieri viene ignobilmente distrutto, i luoghi in cui da decine d'anni si praticava in piena tranquillità il nudismo vengono interdetti.

Limitandosi ai casi più tipici e pubblicizzati, prima si ebbe la Rocca di Manerba, dove con la scusa, si perché era solo una bella e buona scusa come dimostrai in un mio articolo dell'epoca (leggilo), delle scene di sesso viene dal Sindaco (e si faccia ben presente del Sindaco, non del Consiglio Comunale) emessa un'Ordinanaza di divieto al nudismo. Poi iniziano a farsi avanti problemi al Lido di Dante che paiono subito rientrare. Al loro posto iniziano quelli del Mort, qui si arriva ad una strana situazione, imprudentemente qualcuno gioisce ma quest'anno, così come avevo a suo tempo palesato in un mio articolo ("perché mai si da una concessione mediante un'Ordinanza? Le concessioni si danno con Delibera, le Ordinanze servono per i divieti). Nell'ultimo mese risalta fuori il Lido di Dante dove la situazione si rifà calda, anzi caldissima: la forestale mette in atto azioni di vera e propria rappresaglia fermando e denunciando i nudisti, facendosi forza su di una legge che invero, presa per come viene presa, dovrebbe inibire l'accesso a chiunque, vestito o nudo che sia. Un discriminante, quindi anticostituzionale, abuso di potere. A fronte di tali situazioni, ma soprattutto di quest'ultima del Lido di Dante, alcuni esponenti del movimento nudista si stanno chiedendo cosa fare, come intervenire (per inciso, dopo aver già fatto qualcosa, sebbene senza effetto positivo), purtroppo le tante risposte sollevano tutte anche dei dubbi e delle perplessità: ma serviranno a qualcosa? riusciremo a portare numeri adeguati ad una protesta? o causeremo solo rappresaglie più decise e prepotenti?

Fra queste domande se ne solleva anche un'altra: "ma perché la Federazione tace? perché non interviene come sarebbe suo dovere?" Partiamo da qui.

Invero la Federazione si sta muovendo, sta facendo qualcosa, anzi tanto, sta seguendo quella che da tempo si è palesata come la sua linea di pensiero politico e sociale: la distruzione delle spiagge (e luoghi in genere) libere! Sono anni che non ne fa segreto, tutte le sue azioni sono volte a ottenere la ghettizzazione del nudismo, persino all'ultimo Congresso Internazionale, il primo tenutosi in Italia e il primo organizzato dalla Federazione , il tema di fondo era basato sul mettere in cattiva luce il nudismo libero e sostenere a spada tratta la necessità del naturismo commerciale. Ben evidenti sono gli interessi economici federali e associativi dietro a tale linea: per fare più tessere (alias aumentare gli introiti) devo trovare il modo di cerare un obbligo al tesseramento, le spiagge libere non le posso vincolare in nessun modo, nei villaggi chiusi (ghetti in sostanza) posso invece vincolare l'accesso al possesso della tessera ed ecco che, facendo disinformazione per sollecitare le persone a frequentare più i villaggi che le spiagge libere, facendo in modo che le spiagge libere non solo non crescano ma decrescano, ecco che ottengo lo scopo primario dell'aumento del tesseramento. Meno evidenti, almeno per chi è fuori dal giro e non conosce le persone in campo, sono gli interessi economici personali: essere al contempo Presidente di Federazione o Associazioni e proprietario o comunque socio di villaggi e centri risulta essere, se non proprio una palese violazione delle regole sociali, quantomeno un conflitto d'interessi che apre la porta a dubbi e perplessità assolutamente leciti. Ecco perché la Federazione , qui come a Manerba, come in tante altre occasioni, non interviene: perché è sua precisa volontà, suo preciso interesse non farlo.

A questo punto, dato il disinteresse della Federazione, disinteresse che non solo è fuori da ogni logica, ma è pure palese inadempienza verso i propri compiti istituzionali (una Federazione esiste per difendere l'interesse sociale del movimento, non per difendere il proprio esclusivo interesse economico), costituzionali (una Federazione deve promuovere e agire secondo il volere dei propri federati, non secondo il volere del proprio Presidente o del proprio Consiglio Direttivo) e politici (le Federazioni sarebbero gli enti preposti alle trattative con le istituzioni, gli unici a poter fare vera pressione politica), ecco, a questo punto non solo le Associazioni di categoria sono autorizzate a prendere l'iniziativa, ma lo devono assolutamente fare; le Associazioni non sono diramazioni federali, bensì gruppi autonomi di persone riunite da uno stesso interesse; le Associazioni non sono prive di autonomia, anzi ne hanno piena facoltà; le Associazioni non sono alle dipendenze della Federazione, ma è vero l'esatto opposto, è la Federazione ad essere alle dipendenze delle Associazioni. Una Federazione serve a coordinare le attività Nazionali del movimento, ma raccogliendo e applicando i suggerimenti della base, se però viene a mancare a questo suo unico vero compito e tenta d'imporre un ribaltone delle logiche associative e federative, beh, allora le Associazioni hanno il dovere di destituire su due piedi chi presiede e dirige la Federazione, togliere loro ogni potere decisionale e attuativo e operare coordinandosi, se possibile, direttamente tra loro.

Passiamo ora alle altre questioni.

Ciò che sta avvenendo al Lido di Dante, non è da imputarsi al Lido di Dante, esattamente come quanto avvenuto al Mort o a Manerba non sono da imputarsi al Mort o a Manerba, si sta parlando di Italia, di una situazione italiana e che va ragionata pensando non alle singole specifiche località ma all'Italia nel suo insieme. Due sono gli aspetti da esaminare, ma che in realtà hanno cause comuni e richiedono azioni comuni:

  1. l'opposizione al nudismo delle istituzioni;
  2. il limitatissimo coinvolgimento nelle azioni di protesta da parte degli associati e non associati.

Inutile continuare a recriminare sulla chiusura mentale della società, sull'ignoranza dei media, sul disinteresse di chi


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