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Facebook e il nudismo

Autore: EmanueleCinelli
Pubblicato: 25/10/2014 19:06:39
Categoria: editoriale
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In “Nudismo e… Facebook!” affermavo: “Cosa fa un nudista su Facebook? Semplice, quello che fanno tutti gli altri... C’è, però, una differenza tra un nudista e gli altri, quasi tutti gli altri: il nudista non può liberamente pubblicare ciò che più lo rappresenta.” Per la natura stessa di quell’articolo restavano in sospeso le risposte alle due implicite domande:

  •  cosa rappresenta al meglio un nudista?
  •  perché non può liberamente pubblicarlo su Facebook?

Promettevo di ritornare sull’argomento nel breve termine ed infatti eccomi qua.

Cosa rappresenta al meglio un nudista? Semplice: testi, foto e disegni di nudismo.

Più complicato rispondere alla seconda domanda: perché un nudista non può pubblicare liberamente su Facebook tutto quanto lo rappresenta al meglio? Qui bisogna necessariamente distinguere tra tre diverse situazioni, ovvero i tre ambienti in cui è strutturato e suddiviso Facebook: il profilo personale, i gruppi e le pagine. Infatti, a livello di controllo e moderazione dei contenuti, i tre ambienti sono stranamente organizzati e gestiti in modo decisamente diverso: nei profili personali è possibile dichiarare con estrema precisione chi può vedere il materiale pubblicato; nei gruppi è possibile dichiarare tre livelli di visibilità del gruppo; nelle pagine si può solo impostare un limite d’età per la visualizzazione. Essendo la trattazione già di per se stessa necessariamente lunga, cerchiamo di semplificarla facendo qualche precisazione introduttiva:

  1.  ovviamente si parla di materiale che riguarda espressamente ed esplicitamente il nudismo, altre tipologia di materiale possono risultare critiche, ovvero soggette a cancellazione da parte della moderazione di Facebook, ma sono materiali che non riguardano i nudisti e il nudismo;
  2.  i post fatti di solo testo, ma anche i testi che accompagnano le immagini, li possiamo escludere dal discorso visto che sono al corrente di un solo caso in cui un testo sia stato cancellato dalla moderazione di Facebook: un mio post in cui commentavo un articolo USA che parlava di giovani e nudismo, abbinamento che ha indotto qualcuno, evidentemente condizionato dall’onda terroristica che istituzioni e benpensanti hanno creato in relazione alla pedofilia (parlerò presto anche di questo argomento: c’è troppa mistificazione in giro), ha segnalare il post ottenendone la rimozione;
  3.  come materiale critico faremo quindi riferimento alle sole immagini (disegni e foto) di nudismo;
  4.  anche i profili personali li escludiamo: in linea di massima qui si possono avere problemi solo se le immagini vengono caricate con visibilità “Pubblica”, limitandone la visione solo agli amici o a gruppi di costoro non sorgono problemi, quantomeno se si presta attenzione nel concedere le amicizie;
  5.  il discorso sarà quindi focalizzato attorno ai gruppi e alla pagine, soprattutto alle pagine, essendo quelle con minori possibilità di controllo sulla visualizzazione del materiale;
  6.  per semplicità parlerò nel seguito solo di pagina, in buona parte le cose valgono anche per i gruppi;
  7.  infine bisogna sapere che se i moderatori di Facebook cancellano un post da un gruppo o da una pagina l’azione non rimane circoscritta a se stessa ma l’amministratore (o gli amministratori) di quel gruppo o di quella pagina subiranno il blocco del loro profilo, potranno ancora accedere a Facebook, ma non potranno postare più nulla finché non scade il blocco (il tempo di blocco cresce ad ogni intervento), si può arrivare perfino alla rimozione forzata del gruppo o della pagina e alla chiusura forzata del profilo personale di chi li amministra.

Fatte le debite premesse possiamo procedere oltre.

Molti sono stati i nudisti a cui sono state cancellate le loro foto e bloccati i loro profili. I più, intimoriti dalla forza sociale ed economica del social network, hanno (purtroppo) subito in silenzio. Pochi, troppo pochi, hanno al contrario reagito con post e articoli di protesta e qualcuno tra questi, reso speranzoso dal successo (invero parziale) delle lamentele di altri gruppi vessati dall’ingiusta e, come vedremo più avanti, discriminatoria moderazione dei post (nudi artistici e le mamme che allattano), ha anche provato a contestare il provvedimento… inutilmente.

Come al solito se i nudisti tacciono coloro che, pur ignorando l’essenza delle cose e non volendosi correttamente informare, si manifestano con contrarietà al nudismo invece parlano e parlano molto, anzi gridano e non si lesinano dall’usare termini volgari e talvolta perfino diffamatori, tra l’altro senza che nessuno provveda a moderarli sebbene le regole di Facebook, come vedremo, prevedano che non si possano scrivere offese e ingiurie. Così succede che in apparenza la maggioranza sia contro il nudismo e le immagini di nudismo, mentre le esperienze pratiche (sondaggi, confronti, incontri, eccetera fatti sia attraverso Internet ma anche e soprattutto attraverso i ben più espressivi e attendibili canali del mondo fisico) dicono che l’apparenza inganna e la verità è tutt’altra, ma nel silenzio degli uni contro il grande vociare degli altri alla fine sono questi ultimi ad averla vinta.

Coloro che, commentando i post di lamentela dei nudisti (o degli altri che hanno subito le stesse azioni di moderazione per immagini di nudo), sostengono e difendono la posizione di Facebook, lo fanno con osservazioni quantomeno opinabili se non del tutto strampalate, osservazioni che si ricollegano alle altrettanto opinabili scuse (regolamento ma anche risposte dirette a chi protestava per gli interventi) che Facebook stesso accampa quali motivazioni del proprio modo di agire. Esaminiamone le principali, quelle che ricorrono più spesso, le altre sono piccole variazioni di queste.

“Siete solo esibizionisti!”

Non è assolutamente vero! Se qualcuno nel nudo ci vede esibizionismo dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza: o non ci ha mai ragionato sopra limitandosi a subire passivamente il condizionamento sociale impostogli fin dalla nascita, o l’esibizionista, anche se magari solo a livello inconscio, è proprio lui. Per effetto di mille millenari condizionamenti sociali, le persone tendono a vedere se stessi negli altri oppure ad attribuire alle azioni altrui quelle che sarebbero le loro motivazioni per adottare tali comportamenti; alcuni esempi: io penso che sia stupido arrampicarsi su una roccia, se uno si arrampica su una roccia è stupido; io penso che si entra in un negozio solo per comprare, se uno entra in un negozio vuole comprare; io penso che ci si metta nudi solo per fare sesso, indi se uno si mette nudo è perché vuole fare sesso; io penso che mettersi nudo davanti ad altre persone abbia senso solo per esibire la propria virilità sessuale, indi se uno si mette nudo è un esibizionista.

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Non dico altro avendo già


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