Autore: EmanueleCinelli Pubblicato: 10/08/2013 18:07:04 Categoria: eventi Letto: 4486 Rating: 2
2 giugno 2013, dopo diversi mesi di preparazione e attesa finalmente il giorno è arrivato. In dieci ci troviamo al punto di raccolta predefinito, nei pressi del ponte Destrone in quel di Bagolino, provincia di Brescia. Le preiscrizioni avevano invero raggiunto quota venticinque, ma, come già successo lo scorso anno, le infauste previsioni meteorologiche hanno fatto desistere molti. Tra noi diversi nuovi amici, provenienti dai diverse provincie dell’alta Italia con punti apicali Torino, Genova, Vicenza e Bolzano.
Fatte le dovute presentazioni, rapidamente il gruppo prende affiatamento e, senza altri indugi, si mette in marcia verso la meta programmata: la Malga di Fondo Vaia. Il cammino inizia seguendo l’asfaltata strada per il Passo del Maniva, ma subito la si abbandona per seguire una ripidissima strada, sempre asfaltata, che risale sulle pendici meridionali del Monte Bagoligolo.
Impegnato in coinvolgenti dialoghi sulle tematiche nudiste, in particolare sulle questioni giuridiche, non mi accorgo, anche per il deperimento totale della tabella segnaletica, del bivio per la Valle di Vaia e, pur avendo già intuito qualcosa, mi accorgo dell’errore solo dopo una ventina di minuti: orami siamo saliti troppo, non ha senso ridiscendere, consultando la cartina topografica ottengo conferma sulla possibilità di continuare lungo la strada erroneamente intrapresa, anche se ciò comporta la modifica della meta.
Seguendo ancora per una decina di minuti la strada asfaltata si perviene al bivio con il sentiero e, finalmente, ci possiamo liberare delle vesti, invero non tutti e non completamente: la giornata seppur non così brutta come previsto dai meteorologici è comunque freddina. Passata la cascina Capre, dove, per l’appunto, un gregge di capre ci corre festosamente incontro, il sentiero si inoltra in un fitto bosco di latifoglie, risalendo con alcune svolte e lunghi traversi, fino a sbucare sullo spoglio crinale sud del Monte Bagoligolo, nei pressi della cascina Vallagosta.
Trovato un punto dove il vento non fa sentire le sue fredde folate, ci accomodiamo per il fugace pasto. In breve, passato il calore provocato dalla camminata, ci ritroviamo tutti completamente vestiti: non è molto conforme alla specificità della giornata, ma meglio vestiti che infreddoliti e… ammalati!
Si riprende il cammino per tornare a valle lungo lo stesso percorso di salita, seguendo, però, anche la parte bassa del sentiero, in modo da evitare la lunga strada asfaltata e poter restare più a lungo negli abiti a noi congeniali: nessuno.
La segnaletica è vecchia e in parte svanita, questo complica un poco il reperimento della giusta via e porta alla disgiunzione di due di noi che, fermatisi un attimo, non notando uno dei segni e non vedendoci più, seguono la direzione sbagliata e ritornano sulla strada asfaltata. Quando si riesce a mettersi in contatto coi cellulari, loro si sono già troppo allontanati per ritornare indietro e si decide di riunirsi al punto di partenza.
Noi e loro riprendiamo così il cammino di rientro, per loro lungo la strada asfaltata percorsa in salita, per noi scendendo un ripido e oscuro valloncello in fondo al quale in mezzacosta si esce dal bosco pervenendo ad un gruppo di cascine, dove, pur soffrendo per il sole ora uscito e per il conseguente innalzamento della temperatura, ci rivestiamo.
Ancora una mezz’ora di cammino e arriviamo alle macchine dove i due fuggitivi ci stanno aspettando. Ci si cambia e poi via a bersi qualcosa in compagnia, prima di salutarsi e darsi appuntamento, almeno per quelli che potranno esserci, al prossimo evento del programma “Orgogliosamente Nudi”: l’escursione di due giorni in Val di Braone.