Autore: EmanueleCinelli Pubblicato: 27/12/2011 18:52:58 Categoria: sport Letto: 6921 Rating: 4
Splendida escursione ad anello che ci permette di visitare alcuni angoli poco frequentati delle Prealpi Bresciane, alla ricerca di un ambiente isolato e selvaggio, dove poterci liberare dalla costrizione delle vesti e goderci nella massima libertà il più intimo contatto con alcuni degli elementi della natura: l'aria e la terra. Ovviamente non sulla strada asfaltata che, sebbene non trafficatissima, costeggia comunque diversi caseggiati abitati, ma sul resto del percorso, dove si richiede solo un poco di riguardo (tenere un corto pareo o dei pantaloncini a portata di mano) sulle stradine sterrate, lungo le quali, seppur raramente, qualche autovettura può sempre passare, e nel passaggio presso le malghe, in particolare Frondinine, Baret e Piombatico che nei fine settimana estivi possono essere abitate (le prime due, invero, si toccano solo seguendo una delle varianti suggerite); durante il periodo della caccia o dell'addestramento cani, inoltre, è possibile incontrare qualche cacciatore lungo la parte in salita dell'anello (dalla strada asfaltata a Malga Frondine).
La strada prosegue tenendosi alta sul versante destro orografico della valle, si superano alcune case sparse (Dase) per poi entrare in un fitto bosco. Qui la strada, sempre asfaltata, riprende a salire con decisione e, lasciato a sinistra un bivio, esce dal bosco nei pressi di un bellissimo prato: le Case Sar (m 900 ca.). Costeggiando sulla sinistra il prato, la strada si alza ancora con due tornanti per poi traversare a mezza costa. Si superano altre case sparse finché, poco prima di un tornante, si incontra una stradina sterrata che, costeggiando il prato di una piccola casa, si stacca a destra di quella principale; la si prende e, alternando tratti di discesa al altri di salita, si punta decisamente verso il Monte Tigaldine per portarsi alla sua base; poco dopo l'inizio della stradina è possibile liberarsi dai vestiti.
Dopo i diversi saliscendi, con un'ultima discesa si perviene al torrente Glera (m 1086), dove la strada sterrata ha termine. Guadato senza grossi problemi il torrente, si prende l'evidente sentiero che subito inizia a salire nel fitto bosco.
Con una serie di tornanti, in una decina di minuti, si arriva alla Cagna (m 1190), vecchia casa pastorizia di cui ormai restano solo i ruderi nascosti nella vegetazione. Poco oltre si perviene a un maestoso faggio che invita ad una breve pausa.
Si riprende a salire nel bosco che man mano si fa meno fitto, finché ci si trova sui prati con mughi alla base dell'esteso ghiaione sotto le pareti del Tigaldine, ghiaione che ora si deve risalire lungo un evidente sentiero che lo solca sulla destra nel senso di marcia. Passato il ghiaione si rientra nel bosco, ora formato da grossi faggi con rado sottobosco, che si risale abbastanza agevolmente per aggirare il monte Tigaldine sul suo versante sud. Valicato, attorno a quota 1425 metri, il crinale che unisce il Monte Tigaldine con la Cima Osero, dopo un traverso in un prato con vista panoramica sul Garda, si rientra nel bosco passando sul lato est del Tigaldine.